venerdì 10 ottobre 2014

Omaggio a Pablo Neruda con la sua "Ode alla cipolla" by Agriveneto





Cipolla, anfora luminosa,
petalo e petalo
si formò la tua bellezza, 
squame di cristallo ti accrebbero 
e nel segreto della terra oscura 
si arrotondò il tuo ventre di rugiada. 
Sotto la terra 
fu il miracolo 
e quando apparve 
il tuo rozzo stelo verde, 
e nacquero 
le tue foglie come spade nell'orto, 
la terra accumulò il suo potere 
mostrando la tua nuda trasparenza, 
e come in Afrodite il mar remoto 
duplicò la magnolia 
innalzando i suoi seni, 
così ti fece, 
cipolla, 
chiara come un pianeta, 
e destinata 
brillare, 
costellazione costante, 
rotonda rosa d'acqua, 
sopra 
la tavola 
della povera gente. 
Generosa 
disfi 
il tuo globo di freschezza 
nella consumazione 
fervente della pentola, 
e la parete di cristallo 
al calore acceso dell'oliosi 
trasforma in arricciata penna d'oro. 
Anche ricorderò come feconda 
la tua influenza l'amor dell'insalata, 
e sembra che il cielo contribuisca 
dandoti fine forma di grandine 
a celebrare la tua chiarità sminuzzata 
sugli emisferi di un pomodoro. 
Ma alla portata delle mani del popolo,
innaffiata di olio, 
spolverata 
con un po' di sale, 
uccidi la fame

dell'operaio nella dura strada.

Stella dei poveri, 
fata madrina 
avvolta 
in delicata 
carta, esci dal suolo, 
eterna, intatta, pura 
come seme d'astro, 
e nel tagliarti 
il coltello in cucina 
sale l'unica lacrima 
senza pena.
Ci hai fatto piangere senza affliggerci. 
Io ho cantato quanto esiste, cipolla, 
ma per me tu sei 
più bella di un uccello 
dalle penne abbaglianti, 
sei per i miei occhi 
globo celeste, coppa di platino, 
danza immobile 
di anemone niveo, 
e vive la fragranza della terra 
nella tua natura cristallina . 


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